Non mi interessa rubare una fotografia. Mi interessa, invece, per quanto mi è possibile, vivere con le persone che fotografo […] Ho un approccio antropologico: mi piace trovare temi e soggetti per raccontare le mie storie.
Paolo Pellegrin
Sbirciando tra una grata e l’altra degli scalini del MAXXI di Roma, con alcuni soci e amici di Factory10, domenica mattina ci siamo lasciati alle spalle il caos della quotidianità e abbiamo scelto di vivere “un’avventura fotografica”: perché a parer nostro un’esposizione di questo tipo non può essere definita altrimenti.
Cullati dalle riprese video del Mar Mediterraneo, come dei pellegrini danteschi abbiamo lasciato fuori ogni speranza per farci avvolgere completamente dall’oscurità della prima parte del percorso fotografico.
Divisa in due sezioni contrapposte, la mostra Paolo Pellegrin.Un’Antologia è il risultato di due anni di intenso lavoro di raccolta di immagini, video e materiali di lavoro del famoso fotoreporter romano.
All’inizio del viaggio il visitatore viene catapultato in un grande spazio oscuro, in una quasi totale assenza di luci e di suoni. Un disorientamento sensoriale allegorico che sortisce un grande effetto sull’incontro-scontro con le forti immagini di Paolo Pellegrin.
Fatti atroci, eventi terribili e realtà difficili anche solo da immaginare sono i temi principali della sezione “oscura”. Il buio diventa l’allegoria delle tenebre e della violenza che affligge l’intera umanità. E proprio di quest’ultima il fotoreporter si fa interprete.
In questa forte esperienza sensoriale ci siamo imbattuti in un doppio sguardo: in quello del fotografo sull’essere umano e in quello dell’uomo stesso. Pellegrin non vuole dare coordinate temporali e geografiche per localizzare la sofferenza e la violenza subite dalla società; bensì trasmette realtà ed emozioni nelle loro forme più pure e atroci, poiché senza filtri.
Espressioni, volti, corpi, eventi, interni disastrati, recinzioni e sagome dai contorni incerti sono i protagonisti dei reportage di Paolo Pellegrin, un fotografo-demiurgo dal linguaggio fatto di immagini, testimonianze e intensità visiva.
Ma solamente alla fine del percorso conoscitivo e guidati dall’esposizione stessa, abbiamo avuto modo di scoprire un’altra grande protagonista. Nel polo di luce della mostra, emerge la Natura. Catturata da Pellegrin nel vivo della sua forza rigeneratrice e, al contempo, della delicatezza che assicura un rapporto ancestrale con l’uomo.
Per i soci di Factory10 che hanno partecipato domenica scorsa, questa occasione ha rappresentato un modo per vivere direttamente e intensamente il mondo della fotografia. Una lezione pratica che ha voluto lasciare un segno all’interno di tutti noi.
Paolo Pellegrin.Un’antologia è in grado di concedere una scossa emotiva che ci sentiamo di consigliare a tutti gli appassionati di fotografia, del fotoreportage e, nello specifico, agli ammiratori del grande fotografo italiano.