Riflettevo sull’immutabile bellezza dei quadri che la Natura offre e che le lenti della camera oscura riproducono sulla carta. Quadri favolosi che però si dissolvono in un baleno.
Fu facendo questi pensieri che mi venne in mente come sarebbe stato bello fare in modo che le immagini naturali si imprimessero da sole sulla carta rimanendovi fissate per sempre.
William Henry Fox Talbot
Così, nel 1841, prese finalmente consistenza il concetto di stampa su pellicola, quella che noi potremmo definire stampa “analogica”. Il fotografo e inventore britannico William Henry Fox Talbot si trovava sul Lago di Como quando fece questi rivoluzionari pensieri.
Ma la fotografia ha una storia molto più lunga e decisamente più complessa, che si può far partire addirittura dal concetto stesso della parola: Fotografia, dal greco “scrittura con la luce”. Il termine ci riporta a qualcosa di antico e, quasi azzardando, ancestrale. La storia della fotografia in qualche modo ci attraversa e ci accompagna verso il futuro: la fotografia è evoluta e evolve insieme a noi.
L’avvento tecnologico ha segnato profondamente il mondo fotografico, creando una vera e propria voragine tra “analogico” e “digitale”. Il mondo moderno ha da subito aderito perfettamente ai vantaggi offerti dalla nuova era, ma spesso l’avanzata costante verso il futuro ha vacillato o meglio ha rallentato. Molti fotografi infatti hanno deciso di mantenere vivo e forte il legame con la pellicola, decidendo di utilizzarla ancora come se fosse la prima volta.
Fra i grandi sostenitori del mondo della pellicola e della fotografia analogica abbiamo il fotoreporter Gianni Berengo Gardin, il quale chiarifica la sua posizione dicendo: Scatto ancora con la pellicola perché penso che sia decisamente superiore al digitale […] Un negativo è sempre stampabile anche dopo duecento o trecento anni. Per il digitale invece non si può mai sapere. Per me che lavoro nell’archivio, il negativo è importantissimo.
Ecco alcuni punti importanti che rendono evidenti gli elementi insostituibili dati da un approccio fotografico analogico:
- Autenticità del risultato
- Cattura tangibile del momento catturato
- Unica copia originale e materiale dalla quale trarre le copie e sulla quale lavorare direttamente al momento dello sviluppo
- Maggiore consapevolezza dell’uso della macchinetta, così da non “sprecare” il numero limitato di scatti
- Imparare l’arte della pazienza nella sua forma più pura
- Sperimentazione costante dal momento che è impossibile avere un’anteprima
Oggi questo tipo di fotografia sta riacquistando importanza proprio perché molti sentono il bisogno di rivivere l’intero processo fotografico analogico con tutti i suoi punti di forza. Un percorso che riporta l’intero atto del fotografare a qualcosa di lento, di piacevole e soprattutto di rilassante.
In accordo con il concetto di pazienza e di piacere Factory10 ha deciso di realizzare un WORKSHOP dedicato alla Pellicola e alla Fotografia Analogica, preceduto da un Photocafè introduttivo. Un vero e proprio tuffo nel passato che ha lo scopo di far vivere ai partecipanti la bellezza e la passione che si cela dietro l’arte della “scrittura con la luce”.